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Modernizzazione e sviluppo si accompagnano a individualismo, edonismo e secolarizzazione, lo "spirito capitalistico" trova humus adatto nell'etica protestante. È tesi prevalente, sulla scia di sociologi come Thomas e Znaniecki e Weber agli inizi del XX secolo. Si associano grande dimensione delle unità produttive e grandi concentrazioni urbane. Ma esistono altri modelli di sviluppo? L'area del Nord-est italiano ne ha seguito uno opposto: piccole e medie unità produttive, disperse sul territorio, con radicati i valori della tradizione (solidarietà familiari e di comunità locale, religiosità ed etica cattoliche). Un'indagine precedente constata come questo modello di sviluppo sia stato di successo anche nel Sud del Brasile, dove la presenza di discendenti di veneti, friulani, trentini è rilevante. Da essa due interrogativi. Il primo: il connubio registrato tra forza di valori tradizionali e forte sviluppo diffuso non è forse solo dovuto a orientamenti di valore più tradizionali propri della cultura brasiliana, prevalenti anche in aree di grandi industrie e grandi città, abitate da persone di origine etnica diversa? Il secondo: se tale connubio fosse spiegabile con la cultura di origine "triveneta", esso si è prodotto anche in un altro Paese come l'Argentina, dove pure è stata rilevante l'immigrazione dall'area triveneta? Il volume propone i risultati di due indagini aventi come fine la risposta ai due interrogativi: una nello stato del Minas Gerais, caratterizzato da sviluppo basato su grande agglomerazione urbana (Belo Horizonte) e grande industria; una seconda in 14 centri urbani e rurali argentini nei quali vi è una rilevante presenza di origine triveneta. L'aver lavorato su ampi campioni rappresentativi di ciascuna realtà, usando il medesimo strumento di rilevazione - l'intervista su questionario prestrutturato - consente di garantire affidabilità dei risultati. Al lettore paziente scoprire le risposte.